L’impressione è che a lungo termine la moneta unica comunitaria possa ulteriormente rafforzarsi

La settimana è stata caratterizzata della incertezze legate alle discussioni tra i ministri delle Finanze europei e la Grecia in merito alle modalit�? di restituzione del debito di Atene nei confronti dell’Unione Europea. Le trattative si sono protratte per tutta la settimana e non hanno lasciato presagire nulla di buono fino a venerdì, ciò che ha provocato tensioni sui mercati delle valute e delle commodities, con oro, argento e petrolio al ribasso. Sotto pressione anche l’euro, che fino a venerdì mattina ha patito della situazione tesa in merito al mancato accordo tra UE e Grecia. Quando si pensava che ormai non ci fosse più nulla da fare, ecco che venerdì in serata arrivava la notizia dell’intesa sottoscritta con la Grecia e che prevede l’estensione dei prestiti per altri quattro mesi. In cambio, Atene proporr�? gi�? all’inizio di questa settimana una lista delle riforme da iniziare entro aprile. In questo modo la moneta unica europea ha tenuto i valori rispetto alle altre principali valute, dollaro, franco svizzero e sterlina inglese in primis.


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EUR/USD volatile


All’annuncio dell’accordo, la settimana borsistica era quasi conclusa ma l’euro è riuscito in extremis a riprendersi dalle perdite subite nei giorni precedenti: partita lunedì a 1,1397, la coppia EUR/USD ha avuto parecchie fluttuazioni, arrivando a 1,1437 a met�? settimana, per poi sprofondare a 1,1291 venerdì e concludere in rialzo sulla scia dell’accordo a 1,1377. L’euro resta saldamente ancorato al destino della Grecia e può comunque offrire ottime prospettive di guadagno, sfruttando le numerose e repentine inversioni di tendenza. L’impressione è che a lungo termine la moneta unica comunitaria possa ulteriormente rafforzarsi, soprattutto se la Grecia far�? quanto chiesto dall’UE.


Il CHF si deprezza su EUR e USD


La coppia EUR/CHF è salita per tutta la settimana, passando da 1,0618 fino a toccare gli 1,08 per poi terminare a 1,0693: si possono ipotizzare altre risalite puntuali dell’euro sulla moneta elvetica. Simile il pattern nei confronti del dollaro, con la coppia USD/CHF in crescita da 0,9316 fino a oltre 0,95 per poi finire a 0,94. È possibile che la Banca Nazionale Svizzera stia intervenendo per cercare di tenere il franco basso a tutto vantaggio delle esportazioni elvetiche.


Commodities al ribasso


Oro, petrolio ed argento hanno registrato ribassi sull’arco della settimana appena conclusa. L’oro termina in perdita del 2,4%. Si tratta della quarta settimana consecutiva con il segno meno, arrivando anche a toccare 1199 USD/oz e concludendo la settimana a 1201USD/oz. Il metallo giallo aveva avuto giovedì un momento positivo, giungendo a 1216 USD/oz, mentre nei giorni precedenti le quotazioni erano rimaste in gran parte invariate sulla scia delle discussioni tra la Grecia e i suoi principali creditori europei. “Sull’oro vi è una pressione inaspettata, in un’atmosfera di mercato piena di incertezze”, afferma la Commerzbank�? in un commento, facendo inoltre notare il secondo scivolamento del prezzo dell’oro al di sotto di 1200USD/oz per la seconda volta in due giorni. Per il metallo giallo la giornata chiave della settimana che inizia sar�? martedì: la Presidente della FED Janet Yellen riferir�? al senato USA. Simili le quotazioni dell’argento sull’arco della settimana: inizio a 17,3 USD/oz con tonfo nella giornata di lunedì, per non riprendersi più e chiudere in perdita a 16,2 USD/oz venerdì sera.


Per quanto riguarda il petrolio, soprattutto nella giornata di giovedì le quotazioni hanno avuto un andamento come sulle montagne russe: il prezzo del combustibile prima tocca i massimi del 2015 per poi stampare i nuovi minimi e recuperare terreno con impeto ancora maggiore. Venerdì mattina il WTI si attesta a 52,33, guadagnando 49 centesimi. A spingere il greggio in rialzo sono i ribassi del dollaro e i tagli alla spesa del settore, che contribuiscono a controbilanciare i timori legati all’eccesso di offerta. Il greggio ha sperimentato tuttavia una forte volatilit�?. In definitiva, su tutto l’arco della settimana la perdita è evidente: il greggio è passato da 53,16 di lunedì a 50,68 di venerdì. Il trend positivo imboccato a inizio febbraio è gi�? terminato? Sul petrolio gli interrogativi sono d’obbligo, con il consiglio di sfruttare sì la volatilit�? ma con posizioni short.


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