Le decisioni più importanti vengono prese dal Parlamento europeo

Quando pensiamo agli economisti crediamo, generalmente, che possano esserci d’aiuto per meglio definire una condizione finanziaria o economica in un dato momento, che possano illuminarci sulle cause di determinate azioni, che riescano a darci precise indicazioni su eventuali soluzioni a vari problemi contingenti del Paese o delle aziende ecc. In realtà gli economisti sono moltissimi e ognuno scrive o parla in base a come tira il vento, a come si sveglia la mattina, sulla base delle sue convinzioni politiche o a seconda della convenienza personale; lo dimostra il fatto che, quando si parla di uscita dall’Eurozona e, dunque, al possibile ritorno alla nostra cara e vecchia lira, leggendo gli articoli di più economisti si imparano tante cose e tanto varie o, meglio, si impara il nulla. E si, perché c’è chi dice che conviene e chi dice che sarebbe un suicidio, chi paventa svalutazioni del 30/40/50% e chi di un nonnulla, chi effetti negativi a breve termine e risveglio nel medio e lungo termine e chi catastrofi secolari … In pratica è come andare da decine di medici perché si sta male e avere una diagnosi diversa per ciascuno di loro: stai bene, no stai male, no stai male ora ma starai bene fra poco, stai morendo, a breve rinascerai ecc. Un delirio puro. Un po’ come per i nostri politici che dovrebbero fare qualcosa di buono per i cittadini (e per questo sono strapagati, ben oltre la media internazionale) e, invece, si fanno i loro intrighi e interessi, si mettono d’accordo per gli inciuci più scandalosi e mangiano alle nostre spalle (e sarebbe anche ora di dire, come si fa di solito, che “non si deve fare di tutta un’erba un fascio” o che “per pochi elementi disonesti si mettono in croce tutti gli onesti” perché ormai è storia vecchia, non attacca più e tutti i politici sono inevitabilmente o corrotti o incapaci e, in ogni caso, pagati per peggiorare le cose!).


Ma torniamo all’euro e alla liretta. Sarà conveniente rimanere nell’Eurozona o tornare al nostro vecchi sistema? Visto che i cari economisti non riescono nemmeno a chiarirsi tra di loro, direi che l’unica cosa da fare sia verificare i vantaggi e gli svantaggi che l’introduzione della moneta unica ha portato per l’Italia.


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Vantaggi


Tassi di interesse contenuti grazie a un’elevata stabilità dei prezzi.


E’ opinione comune e ragionevole, a mio avviso, che senza l’euro molti Paesi avrebbero dovuto pagare interessi sul debito pubblico maggiori che non quelli pagati negli ultimi anni.


Maggiore trasparenza dei prezzi


La possibilità di effettuare pagamenti utilizzando la stessa moneta nell’insieme dell’area dell’euro rende più agevole lo spostamento dei cittadini fra i paesi partecipanti. La trasparenza dei prezzi avvantaggia i consumatori, che mediante comparazioni dirette possono facilmente individuare il fornitore più conveniente all’interno dell’area. La trasparenza derivante dalla moneta unica aiuta, quindi, il sistema a mantenere l’inflazione sotto controllo e il rafforzamento della concorrenza favorisce un uso più efficiente delle risorse disponibili, stimolando gli scambi entro i confini dell’area e promuovendo di conseguenza la crescita e l’occupazione.


Eliminazione dei costi di transazione


L’introduzione dell’euro ha consentito di realizzare notevoli risparmi eliminando i costi connessi alle operazioni in valuta. All’interno dell’area dell’euro non occorre più sostenere costi per:



  • eseguire operazioni di acquisto o vendita di valuta sui mercati dei cambi;

  • tutelarsi dalle oscillazioni avverse dei cambi;

  • effettuare pagamenti transfrontalieri in divisa estera, che richiedono commissioni elevate;

  • detenere conti in diverse valute, la cui gestione risulta più complessa.

Eliminazione delle oscillazioni del cambio


Nel nuovo spazio monetario nato con l’introduzione dell’euro sono venute meno le oscillazioni del cambio; le transazioni commerciali e la concorrenza a livello transfrontaliero non sono più ostacolate dai costi e dai rischi associati a questo aspetto.


Svantaggi


Perdita della sovranità monetaria. Le banche centrali dei paesi membri non possono fare scelte in contrasto con la Banca Centrale Europea in materia monetaria e quindi è diminuito il loro potere di controllo sulla situazione monetaria ed economica nazionale


Con la moneta unica i paesi perderanno la possibilità di svolgere le proprie politiche economiche e fiscali, trovandosi perciò in una situazione di inferiorità verso gli altri paesi dell’Unione Europea.


Perdita di diritti fondamentali. E non credo ci sia nulla da aggiungere dopo oltre un decennio di area euro…
Recessione. La maggior parte dei paesi europei la sta ancora vivendo, qualcuno ha fatto default … solo la Germania ne beneficia di continuo e, questo, la dice lunga su chi abbia veramente interesse a mantenere l’eurozona (ricordarsi che prima del 2000 l’Italia era molto più forte a livello industriale ed economico e il cambio lira/marco era certamente più favorevole di quanto lo sia ora)
Stagnazione dei mercati economici e finanziari.
Svalutazione immobiliare e speculazione
Povertà. La disoccupazione ha raggiunto livelli storici e molti non cercano nemmeno più lavoro vista la situazione.


Le decisioni più importanti vengono prese dal Parlamento europeo e non più con la politica Nazionale. In pratica abbiamo un governo, decine di migliaia di politici in province e regioni strapagati ma non contano nulla e servono solo ad affossare ulteriormente il debito pubblico.


Accumulo di debito pubblico con interessi che ha già compromesso intere generazioni presumibilmente per i prossimi 50 anni almeno.
Pareggio di bilancio: un suicidio per molti paesi approvato dai governi inutili e costosi (ma ai politici conviene fin troppo che l’euro rimanga tale per tutti).


Se ciò non fosse sufficiente, invito tutti i lettori a verificare la crisi economica e del debito italiano nel 92-95, alle manovre adottate per uscirne e agli effetti positivi post-crisi, anche e soprattutto nei confronti delle altre economie europee e in merito al rapporto lira/marco tedesco.


Facciamoci una nostra idea senza bisogno di dover rincorrere le varie bandiere dei partiti o gli economisti improvvisati e forse potremo realmente capire chi ringraziare per la situazione attuale e per il futuro che toccherà ai nostri figli.


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