I future sul petrolio greggio con scadenza a maggio cedono terreno

I future sul petrolio greggio con scadenza a maggio cedono terreno dopo aver fatto segnare un massimo a 51,38$. Dopo il picco di ieri, vicino al 4%, raggiunto in scia alle notizie dell’attacco aereo da parte dell’Arabia Saudita contro i ribelli yemeniti (appoggiati dall’Iran), é venuto a mancare un’estensione del movimento.


Nonostante la relativa tranquillità di oggi, questa situazione potrebbe degenerare e la prossima settimana potrebbe innescare un’ondata di azioni di copertura short più incisive. Oltre ai bombardamenti, la coalizione sta prendendo in considerazione anche un intervento militare terrestre.


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Questo scenario potrebbe davvero intimorire i venditori short perché, se gli scontri continueranno, i ribelli potrebbero tentare di ostacolare il passaggio dei carichi di petrolio sulle principali rotte navali. L’area particolarmente esposta in tal senso è lo stretto di Bab el-Mandeb, il punto di passaggio delle petroliere provenienti dal Golfo Persico e dirette verso il Canale di Suez.


Sebbene negli Stati Uniti si registri un eccesso di offerta di petrolio greggio, non è però possibile esportarlo. Il petrolio proveniente dalla “zona calda” sarebbe invece destinato al mercato europeo e asiatico, perciò un eventuale interruzione dei rifornimenti potrebbe spingere il prezzo in rialzo. Oggi i trader sembrano mantenere un profilo piuttosto prudente ma, con l’eventuale ritorno degli speculatori sul mercato, potremmo osservare una reazione piuttosto forte.


Venerdì su Comex i future sull’oro con scadenza a giugno si muovono in leggero rialzo. Oggi, dopo il picco registrato ieri, il volume di scambi è piuttosto basso e gli investitori sembrano attendere ulteriori informazioni riguardo il conflitto in medio oriente e l’andamento del dollaro USA, che potrebbe essere condizionato dalla reazione dei trader al rapporto sul Prodotto Interno Lordo USA di oggi.


Oro, EUR/USD e GBP/USD si muovono in rialzo in scia alla pubblicazione del rapporto sul Pil USA per il quarto trimestre che indica una crescita del 2,2%, un valore leggermente inferiore rispetto le attese per una crescita del 2,4%, ma comunque invariato rispetto la seconda stima.


Il valore inferiore alle aspettative ha contribuito a raffreddare le speranze riguardo un aumento dei tassi di interesse da parte della Fed, contribuendo altresì a spingere il dollaro in ribasso e commodity, euro e sterlina britannica in rialzo.


Per quanto riguarda gli altri rapporti pubblicati, segnaliamo la revisione dell’indice la fiducia dei consumatori dell’Università di Michigan, che si attesta al 93,0, leggermente sopra la stima del 92,5 e della lettura dello scorso mese al 91,2.


Fonte – http://www.fxempire.it/notizie/generale/trader-del-petrolio-prudenti-nonostante-una-possibile-interruzione-delle-forniture/


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